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2.2.13

Mangiamo quello che ricordiamo



Quando mangiamo, c’è una differenza tra la quantità di cibo che vediamo, quella che  ricordiamo e quella che pensiamo di mangiare. La mente, infatti, gioca un ruolo molto importante verso il senso di sazietà.

È stato già documentato che le persone con patologie della memoria spesso mangiano in eccesso, in quanto questi problemi interagiscono anche con la sensazione di fame. I ricercatori dell’Università di Bristol si sono quindi chiesti come funzionano questi meccanismi nelle persone  che non hanno problemi di memoria. Hanno quindi condotto un esperimento molto interessante che ha coinvolto la percezione e la memoria. Hanno offerto ad alcuni soggetti una porzione piccola di zuppa (300 ml), mentre ad altra ne hanno offerto una grande (500 ml). I soggetti hanno quindi iniziato a mangiare la zuppa ma, senza che se ne potessero accorgere, la quantità della zuppa cambiava grazie ad un sistema di pompaggio. La quantità che veniva mangiata, quindi, poteva essere maggiore o minore di quella dichiarata all’inizio.

È stato chiesto ai soggetti di indicare il proprio livello di sazietà o fame in due momenti.
Subito dopo il pasto: i soggetti hanno riportato un livello di sazietà conforme all’effettiva quantità di zuppa consumata.
Dopo alcune ore: i soggetti che pensavano di aver mangiato la porzione grande dichiaravano di essere sazi, anche se in effetti ne avevano mangiato una piccola quantità.

Questi risultati aprono a nuovi scenari per quanto riguarda l’alimentazione, soprattutto in un periodo storico in cui sovrappeso e obesità coinvolgono più della metà della popolazione, inclusi i bambini. Tempo dopo il pranzo, dunque, la nostra sensazione di sazietà è più veicolata dal ricordo cognitivo di quello mangiato che dal ricordo percettivo: in poche iperboliche parole, potremmo mangiare anche un bue, ma non saremo altrettanto sazi se pensiamo di aver mangiato solo un hamburger.


Cosa succede quindi quando, durante il pasto, la nostra attenzione non è sul cibo ma viene distratta da, ad esempio, la televisione? Un esperimento dell’Università di Toronto ha dimostrato che si tende a mangiare di più. A due gruppi di bambini è stata offerta pizza calda con la consegna di poterne mangiare finché si sentissero sazi. Uno dei due gruppi di bambini aveva a disposizione una televisione con una puntata dei Simpson: questi bambini hanno mangiato il 22% di pizza (circa 228 cal.) in più rispetto ai bambini del gruppo senza televisione. Ne deriva che guardare la televisione durante i pasti contribuisce ad aumentare il cibo che si consuma ritardando il momento in cui ci si sente sazi.

Queste due ricerche danno consigli molto importanti per quello che facciamo e dobbiamo fare ogni giorno più volte al giorno, ovvero nutrirci. È importante seguire una dieta sana ed adeguata, ma anche mangiare nel modo migliore, senza eccessive distrazioni e facendo attenzione a quello che viaggia dal piatto al nostro stomaco.


Bellissimo, N., Pencharz, P.B., Thoma, S.G., Anderson, G.H. (2007). Effect of television viewing at mealtime on food intake after a glucose preload in boys. Pediatric Research, Jun; 61 (6): 745-9.
Brunstrom, J.M., Burn, J.F., Sell, N.R. (2012). Episodic memory and appetite regulation in humans. PloS One 7 (12):e507070. doi:10.1371/journal.pone.0050707
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