Translate

20.12.14

Buone feste!

Il nostro blog vi augura feste piene di gioia e un inizio del nuovo anno pieno di parenti, amici e sorrisi!
Ci vediamo a gennaio!

15.12.14

Coca-Cola Life con Stevia


A volte le multinazionali fanno davvero ridere.
Fa ridere, per esempio, McDonald's, che sponsorizza un "nuovo" panino che si differenzia dai precedenti spesso solo per la posizione del ripieno: la fetta di carne è sopra a quella di formaggio, invece che sotto, oppure la salsa è decisamente più densa.
Fa ridere la Coca Cola, che cerca in tutti i modi di nascondere gli effetti deleteri di un consumo continuato dei suoi prodotti a base di zucchero ed anidride carbonica, come ne parlammo nel post "Cosa c'è in una Coca Cola".
Questa volta la multinazionale secondo me si è superata. Adesso accanto alla Light e alla Zero (la cui effettiva differenza è qualitativamente nulla, è solo una questione di marketing) ha aggiunto un terzo prodotto a basso indice calorico: Coca Cola Life.
Qual è la strabiliante differenza, chiederete voi? Ebbene, nel disperato tentativo di rendere la sua immagine più salutare possibile, la Coca Cola ha diminuito un po' la quantità di saccarosio (lo zucchero che tutti conosciamo) e aggiunto un po' di stevia.

Per chi non lo sapesse, la stevia è una pianta originaria del Sud America che, grazia allo steviolo contenuto nelle sue foglie e in seguito estratto dall'industria alimentare, risulta dolce: le foglie secche hanno un potere dolcificante 300 volte quello del saccarosio, e senza che venga metabolizzato dall'organismo, quindi senza picchi glicemici e senza calorie. Praticamente solo sapore.

Ma compariamo i valori nutrizionali in lattina delle due cole:

 Ebbene, le calorie di Life sono di meno, ma la quantità di carboidrati (zuccheri) non è drasticamente diminuita. In una lattina di Coca Cola troviamo più di 4 cucchiaini di zucchero, in una Life "solo" 3. Come mai non c'è quella grande differenza che ci potremmo aspettare? Confrontiamo gli ingredienti:
 
La mancata differenza tra le due cole è spiegata dal fatto che gli ingredienti sono quasi esattamente gli stessi!
La differenza? In Life hanno incrementato la quantità di aromi rispetto all'acido fosforico e aggiunto lo steviolo che, essendo all'ultimo posto, è in quantità ridicola. Come riportato nel nostro post su diabete, obesità e Coca Cola, il 99% della Coca Cola è acqua e saccarosio (vedi immagine a lato).

Quindi ci viene davvero da chiederci: ma ci provano gusto a prenderci per i fondelli?! La stevia, usata dalle popolazioni locali del Sud America come dolcificante e persino cura, un ingrediente ancora costoso e prezioso per chi vuole evitare picchi glicemici o portatori di diabete, aggiunto ad un mare di acqua e zucchero (e CO2 e H3PO4) dovrebbe avere qualche effetto positivo? E su cosa poi? La percezione dell'assumere un cucchiaino di zucchero in meno per ogni lattina?

La verità è che, in nome di soldi e marketing, qualche azienda venderebbe anche il diavolo spacciandolo per acqua santa. La Coca Cola, in nessuna delle sue varianti, è una bevanda salutare. Ragion per cui andrebbe evitata quanto più possibile. In particolare nei bambini, evitando di fargliela trovare a tavola durante il pranzo: troppi, troppi zuccheri che contribuiscono in maniera negativa all'apporto giornaliero necessario e favoriscono lo sviluppo di obesità e diabete. 
Certo, una lattina di veleno ogni tanto non è una tragedia, il nostro corpo compensa e non siamo certo bacchettoni qui.
Però non lasciamoci prendere per i fondelli dalle multinazionali: un granello di stevia nella cola non la rende meno dannosa.

NB: Coca Cola Life è stata commercializzata all'inizio solo in America. Starebbe arrivando anche in Europa. Quindi uomo avvisato, mezzo salvato ;)

9.12.14

I funghi sono in realtà animali?

Questo fungo sanguina... La spiegazione a fine articolo.

Spesso le scoperte più interessanti avvengono per caso.
E' quello che mi è successo mentre guardavo il serial "Hannibal". Ad esser sinceri, la prima puntata non mi ha interessanto molto, invece la seconda mi ha molto intrigato. Senza scendere in raccapriccianti dettagli (la foto che allego è già abbastanza inquietante...), dirò solo che vengono trovati in un bosco dei cadaveri usati da un serial killer per fertilizzare dei funghi. L'assassino, infatti, è ossessionato dalle similitudini tra le strutture dei funghi e la mente umana.

E' stato quest'ultimo particolare che ha acceso la mia curiosità. Così, facendo qualche ricerca, sono incappato in varie pagine che parlavano di come i funghi siano più simili agli esseri umani che alle piante.
Sarebbe a dire che i vegetariani sono cannibali a loro insaputa?
Beh la situazione è un po' diversa, ma certo non meno affascinante.

ANTENATO COMUNE
Per la teoria dell'evoluzione, noi tutti discendiamo da un antenato comune che, con successive mutazioni ed adattamenti all'ambiente esterno, ha dato vita alla straordinaria varietà della vita sul nostro pianeta.
L'evoluzione funziona come un albero: partendo dal tronco, si sviluppano i rami che, a loro volta, si biforcano in rami più piccoli. Quindi, biologicamente e geneticamente, siamo parenti più o meno stretti di tutto il "creato".
Noi animali, le piante e i funghi (i funghi sono, infatti, un regno a sé) abbiamo un comune progenitore da trovarsi nelle alghe di molto, molto tempo fa.
Ma ad un certo punto, ricordando la metafora dell'albero, da quel ramo principale si sono sviluppati altri rami che si sono più o meno allontanati dagli altri. Ebbene, il ramo dei funghi è molto più vicino a quello degli animali che non a quello delle piante.
Sorprendente, ma vediamo le caratteristiche genetiche e la loro espressione nella fisiologia di organismi così "diversi" fra loro:

1) Animali e funghi non utilizzano la fotosintesi e non hanno clorofilla, al contrario delle piante. Usano sostanze organiche esterne per nutrirsi.

2) La parete cellulare dei funghi è fatta da una proteina di nome chitina, la base dell'esoscheletro degli insetti. La chitina non si trova in nessuna pianta.

3) Nella membrana cellulare dei funghi l'ergosterolo (o provitamina D2) svolge le stesse funzioni del colesterolo in quella animale. L'ergosterolo è sintetizzato via lanosterolo, un alcol che le piante non posseggono.

4) I funghi, se esposti ad irradiazione, proprio  come gli animali producono spontaneamente vitamina D.
Le piante non producono ergosterolo, quindi ogni traccia vetegale di vitamina D2 è portata da micosi o simbiosi con un fungo (endofitismo).
Purtroppo la quantità di vitamina D nelle piante, siccome derivante da contaminazione esterna, non è sufficiente per considerarla parte integrante di una dieta bilanciata, anche nelle piante in cui la concentrazione è maggiore (solanacee, quindi patate, pomodori, peperoni).

5) Il glicogeno, uno zucchero complesso, funziona da riserva energetica negli animali e... nei funghi.


Incredibile ma vero, a qualcuno scapperebbe di dire che ai funghi mancano solo le zampe...
Tuttavia dobbiamo ricordarci di una cosa: la varietà della vita sulla terra, più che a compartimenti stagni, è distribuita su un continuum di variabili, come i colori dell'arcobaleno non sono solo 7 ma molteplici, con infinite sfumature.

Non dovrebbe stupirci, quindi, che la comunicazione tra esseri viventi, così legata per noi al linguaggio e al movimento, sia una componente fondamentale anche di funghi e piante. Anche loro comunicano e, seguendo l'ossessione del killer di "Hannibal", esploreremo la prossima settimana l'ancora più affascinante argomento delle similitudini funghi-cervello umano.


Ah, certo: il fungo nella prima immagine  si chiama Hydnellum peckii, o Idnello del Diavolo, è un fungo non commestibile. Non è velenoso, ma estremamente amaro. In particolare quelle goccioline rosse che sembrano sangue e possono ricoprire l'intero cappello: si tratta di lattice, in questo fungo di un bel colore rubino, che essuda naturalmente quando il fungo è molto bagnato. Insomma, interessante, a tratti inquietante, e nemmeno buono da mangiare. Ottimo come decorazione per Halloween!



Per questo post, ringrazio Giuseppe Pascucci per la consulenza e i consigli da biologo ;)

2.12.14

Lammily sfida Barbie


Siamo a 20 giorni dal Natale e siamo in tempo per comprare qualcosa di veramente bello ai nostri bambini. Sto parlando di Lammily, la bambola che è creata a immagine e somiglianza di un essere umano vero.
Che differenza!
Niente vitino di vespa, niente gambe ossute da mantide religiosa, niente altezza da giocatrice di pallacanestro; al contrario, un busto in grado di contenere tutti gli organi interni necessari e un collo capace di sostenere la testa. E un look decisamente più acqua e sapone.


Lammily è la giovanissima creatura di Nickolay Lamm il quale ha disegnato e fatto realizzare questa sana alternativa alla più famosa bambola Mattel.
Lammily ha un aspetto atletico, i suoi piedi non sono forzati nella posizione a tacco, ha capelli castani come la maggior parte degli abitanti del pianeta Terra, indossa abiti normali.





I bambini a cui è stato chiesto di scegliere tra la deforme Barbie e la normale Lammily hanno scelto proprio quest'ultima: "Somiglia a mia sorella!", risponde contenta una bambina. "Sembra una persona reale.", dice un bambino.
Hanno chiesto ai bambini quale mestiere potrebbe fare questa bambola. Le risposte più gettonate: insegnante, pilota, esperta di computer. E Lammily è percepita come atletica, anche perché completamente (e umanamente) snodabile: la maggior parte dei bambini pensa infatti che questa bambola potrebbe essere una nuotatrice. Mentre la Barbie è vista come commessa in un negozio di abiti, una modella, una truccatrice; qualcuno dice "Secondo me non fa nessun lavoro!". Lammily, quindi, sembra poter scegliere tra molti lavori.


 La bambola costa € 25,00. Si possono poi acquistare, separatamente, abiti per diverse occasioni nei quali la Barbie nuoterebbe!

La cosa interessante è che sono in vendita anche adesivi da applicare sul corpo della bambola per aggiungere nei, smagliature, tatuaggi e altro. Geniale!

 Cari figli del consumismo, si può comprare in maniera intelligente anche a proposito di bambole! I bambini vogliono Lammily perché hanno già centinaia di Barbie e, soprattutto, preferiscono una bambola in cui possono davvero identificarsi.
Lammily promuove uno stile di vita sano, appare forte e in forma, non ha bisogno di ciglia finte per affermarsi nella vita. Secondo me, un ottimo insegnamento peri nostri bambini.



Guardate il seguente video promozionale che si intitola "Normale è bello":





leggi anche "Ecco l'uomo e la donna perfetti"

14.11.14

Disney e anoressia


Il mese scorso abbiamo mostrato come potrebbero apparire le ben note principesse dei cartoni animati Disney se avessero un giro vita umano.
Queste splendide ed irreali fanciulle, proprio per le loro fattezze e per il loro target, sono adesso protagoniste, assieme ad un paio dei loro colleghi maschi, di una campagna di sensibilizzazione sull'anoressia dell'artista Saint Hoax. Nelle sue immagini, delle scheletriche Biancaneve ed un Eric non certo in forma.





L'artista è già noto per le sua campagne in cui utilizza volti celebri dei cartoni, come quella contro la violenza domestica (sia maschile che femminile).
Il contrasto si gioca tra questi personaggi, che abitano un mondo in cui il bene prevale su tutto, e la vita reale, in cui le regole delle fiabe non sempre valgono. Principesse e principi delicati, vulnerabili, in pericolo. Situazioni in cui chiunque di noi può trovarsi, così che l'artista ci incoraggia e ci ricorda che possiamo (e a volte dobbiamo) chiedere e accettare aiuto.

3.11.14

Dancretu: cibo e fotografia




Dancretu è un fotografo professionista che crea bellissime sculture e bassorilievi utilizzando il cibo e sapienti tecniche fotografiche.
Divertenti coniglietti, eleganti cigni, orizzonti marini o costellazioni casearie.
Godetevi lo spettacolo!




























31.10.14

Perché il vecchio horror non fa più paura?


Nel 1981 Stephen King, celebre scrittore americano di racconti dell'orrore spesso portati sul grande schermo, pubblicava un articolo sul genere. Nel profondo, secondo lui, siamo ancora bestie primitive assetate di sangue che si mozzerebbero la testa a vicenda, se solo potessimo. Il fatto è che a noi i giochi di lotta e violenza piacciono, ma ora preferiamo definirci civilizzati e guardare certe atrocità seduti al cinema.

La storia del cinema è andata quasi di pari passo con quella dei film horror. La prima proiezione, anche se di soli 12 secondi, risale al 1891; solo 5 anni più tardi la gente cominciò a svenire guardando Le manoir du diable, considerato il primo film horror della storia.  Da allora, le sale si riempirono di pellicole su vampiri, mummie, morti in decomposizione. Ma come mai i vecchi film non ci fanno più tanta paura?

Ebbene, la tecnica di produzione è il tallone d'Achille delle pellicole in generale.
Pensiamo a King Kong (1933): la gente fuggì a gambe levate dalle sale. Guardiamolo oggi, e tutto quello che vediamo è un pupazzo che si muove in maniera bizzarra. Come è possibile che la gente di inizio XX sec. non vedesse quel burattino per come lo vediamo noi oggi? Secondo l'esperta di cinema Tarja Laine (Università di Amsterdam), un mostro del genere era qualcosa di completamente nuovo allora, ecco perché sembrava reale. Negli anni '30 un mostro dall'aspetto scimmiesco che camminava tra esseri umani era davvero sconvolgente.
Pensiamo ad una pellicola di sessanta anni più vicina a noi, Jurassic Park (1993): i dinosauri allora sembravano talmente veri da farlo diventare un successo al botteghino ed una pietra miliare per i film con i lucertoloni preistorici; a vederlo ora, è lampante la rigidità di questi "animali", i movimenti lineari, gli occhi spenti. Soprattutto se confrontati con film di venti anni più nuovi, come Prometheus, in cui la computer graphic fa praticamente tutto.
Come dicevamo, è la tecnica il problema. Gli effetti speciali usati anni fa non sono più così speciali, paragonati a quello a cui la tecnologia ci abitua anno dopo anno, con sorprendente rapidità. Ogni volta che guardiamo un vecchio film (o uno nuovo, ma fatto male), quegli effetti non tanto speciali rompono l'incanto della "sospensione di incredulità", per la quale, in un'opera di fantasia, crediamo alle bizzarre creature se sono abbastanza convincenti.

Accanto alla tecnica, occorre dire che per un film efficace occorre che ci sia dentro quello che la gente, in quel momento storico e in quella cultura, trova spaventoso. Ogni periodo storico ha i suoi "mostri" preferiti, come per esempio "morte e putrefazione" nei vecchi film in bianco e nero.
Fino agli anni '50 sono mostri come Godzilla e quello di Frankenstein a far da padrone: questi sono esempi di esperimenti scientifici fuori controllo.
Gli anni '60 e '70 furono quelli di matti e psicopatici: come dimenticare Psycho (1960) e The Texas Chainsaw Massacre (Non aprite quella porta, 1974). Queste figure furono ispirate a persone realmente esistite e tristemente note alla cronaca come Ed Gein e Charles Manson.
Negli anni '80 fu il trionfo delle secchiate di sangue, anche a costo di sfiorare il ridicolo. Parliamo di film come The Evil Dead (La Casa, 1981), reso cult proprio da questo equilibrio tra horror ed esagerazione.
Gli anni '90 hanno visto il fiorire di film con protagonisti gli adolescenti, fetta di mercato che si stava avvicinando più alla fantascienza e al suo uso di effetti speciali.
Il nuovo millennio ha visto il proliferare del genere mocumentary (capostipite The Blair Witch Project, 1999), in cui il film viene prodotto così da sembrare un documentario o quello che rimane delle registrazioni amatoriali di un gruppo di amici. Da annoverare anche le pellicole torture-porn, in cui ragazzi rapiti sono vittime delle più inenarrabili sevizie (Hostel, Saw).
In tutti questi decessi siamo così assuefatti ed abituati al realismo dei bagni di sangue che i vecchi film sembrano piuttosto amatoriali e mancano il bersaglio.

Cosa dovranno inventarsi, quindi, per produrre nuovi film dell'orrore convincenti e, soprattutto, capaci di farci saltare dalla sedia?!
L'oggetto delle paure è, ovviamente, personale. Molte persone non trovarono The Blair Witch Project interessante per la mancanza di sangue e violenza, mentre molte altre urlarono al capolavoro per la tensione che creava. I film horror del futuro oscilleranno sempre tra raccapriccio e psicologia, spolverando temi già utilizzati o trovandone di nuovi grazie a fatti di cronaca o le tendenze della società.

PS- Per tutti quelli che credono che Halloween non sia una festa cristiana, ricordiamo che la parola viene dall'inglese arcaico All Hallows Day, moderno All Saints, cioè giorno di Ogni Santi. E se pensate che la celebrazione di santi e defunti sia cristiana, ricordiamo che il cristianesimo ha scelto queste date (31 ottobre-1 novembre) in quanto in questi giorni veniva (e viene ancora) festeggiato Samhain, l'ultimo raccolto, un momento di raccoglimenti prima delle tenebre dell'inverno, in cui fare provviste, in cui iniziare il periodo di chiusura al mondo che diventa sempre meno accogliente. Noto anche come Capodanno Celtico, è il primo giorno del nuovo anno di questa cultura che influenzò i Romani e, in seguito, i Cristiani. In questo giorno in sospensione tra il vecchio e il nuovo, il confine tra i mondi si assottiglia, i defunti possono ritornare alle loro case, festeggiamenti in loro onore si tengono anche per spaventare eventuali spiriti malevoli e non benvenuti.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...